Breve rassegna su alcune delle principali tecniche colturali

Per tecniche colturali si intendono tutte quelle operazioni eseguite con l'intento di favorire la crescita rigogliosa e produttiva delle piante; ce ne sono moltissime, ed in questo articolo daremo una breve descrizione delle principali.

Sarchiatura
E' necessario possedere almeno un tipo di zappa per lavorare la terra intorno agli ortaggi e alle piante ornamentali e da frutto.
La sarchiatura ha sostanzialmente due funzioni:

  • riduce le infestanti e in tal modo aumenta la disponibilità di luce e di sostanze nutritive;
  • diminuisce la compattezza del suolo permettendo la penetrazione di aria vitale.

Si afferma anche che uno strato di terra fine sulla superficie agisca da pacciamatura impedendo un'eccessiva perdita d'acqua.
Sono disponibili sul mercato molti modelli di zappe e sarchiatoi tra i quali scegliere, il più diffuso è il sarchiatolo a tiro; questo tipo di sarchiatoio ha una lama piatta portata all'estremità di due braccia di metallo che permettono alla terra di passare in mezzo. L'attrezzo viene tirato e spinto, appena sotto la superficie del suolo, in modo da recidere gli steli delle infestanti subito sotto il colletto. Se usato troppo in profondità si rivela meno efficace nel controllo delle erbacce. La zappa a tre denti ha l'aspetto di una forca a tre rebbi montata ad angolo retto all'estremità di un robusto manico. Si usa con un movimento di taglio e trazione e l'operatore procede camminando in avanti, non all'indietro come avviene invece con il sarchiatolo a tiro. Esistono in commercio anche altri modelli simili a questo ma dotati di lama continua. Il sarchiatolo a collo d'oca è del tipo a manico lungo. È l'attrezzo migliore per tracciare i solchi da semina ed è anche molto utile per rincalzare. Il sarchiatolo a mano ne costituisce una versione molto più piccola, e lo si può usare con una mano sola per diradare parecchie colture allo stadio di semenzali; si tengono ferme le piantole da conservare mentre le altre vengono recise dalla lama.

Rincalzatura
Consiste nell'ammucchiare terra intorno al fusto delle piante e può essere fatta per vari motivi.
I germogli giovani e teneri che spuntano troppo presto in primavera devono essere protetti dal gelo con una copertura di terra.
E' quanto spesso avviene per le patate e per alcune piante erbacee. Mettere un poco di terra fine sopra i germogli usando un rastrello o un sarchiatolo a collo d'oca; altre piante invece, crescendo sviluppano molto la parte superiore aumentandone di conseguenza il peso, con il rischio di rompersi in prossimità del punto di inserimento sul terreno; un mucchietto di terra alla base del fusto ne aumenterà la stabilità. L'attrezzo più adatto è il sarchiatoio a collo d'oca. Ortaggi coltivati per il gambo bianco e croccante vengono rincalzati sia per escludere la luce (procedimento noto come imbiancamento) sia per indurli ad allungarsi. Nel caso dei porri, l'operazione viene compiuta gradualmente durante la crescita. Il sedano invece viene rincalzato alla fine dell'estate quando le piante hanno quasi raggiunto la maturità. Tenere uniti i gambi delle foglie con un tubo di carta odi cartone e ammucchiarvi tutt'intorno la terra con la vanga. Nel caso delle patate la rincalzatura impedisce che i tuberi, esposti alla luce del sole, diventino verdi e immangiabili. L'operazione va ripetuta a intervalli di dieci giorni nei primi stadi di crescita. Gli strumenti adatti sono la zappa a tre denti e il sarchiatolo a collo d'oca.

Imbianchimento
L'imbianchimento ha lo scopo di impedire alla luce solare di raggiungere certi ortaggi per far sì che le foglie, le coste delle foglie e i fusti diventino bianchi e non verdi: in tali condizioni alcuni ortaggi hanno un sapore più gradevole e sono più croccanti. Sottraendola luce si impedisce la formazione di clorofilla, il pigmento che dà la colorazione verde ai vegetali. Tipico esempio di imbianchimento si ha con alcuni tipi di insalata, come ad esempio l'indivia, che è sottoposta a imbianchimento per migliorarne il sapore; occorre procedere cos': coprire la pianta con un vaso di plastica; chiudere i fori di scarico del vaso per escludere del tutto la luce; le foglie rimarranno al buio e dopo poche settimane si potrà raccogliere indivia dal cuore bianco e croccante.

Forzatura
Esistono molte piante delle quali è possibile anticipare lo sviluppo fornendo condizioni ambientali adatte; si può così produrre fiori, ortaggi e frutta anche fuori stagione. La maggior parte delle piante ha bisogno di calore per la forzatura, ma una temperatura di 10-15°C sarà sufficiente. Si possono usare serre, cassoni e «moltiplicatori». Le patate e i fagiolini si possono piantare, da dicembre a gennaio, in vasi di cm 30 o in mastelli dove li si lascerà fino a completo sviluppo. Dopo aver piantato le radici in vasi o cassette piene di terriccio, mettere i contenitori sotto il bancale della serra, o in luogo riparato dal gelo, e coprirli con un foglio di politene di colore nero sostenuto da archetti metallici o, se si tratta di vasi, mettendo un vaso capovolto sopra il primo. Se la luce penetrasse, i germogli ingiallirebbero e, nel caso del la cicoria e del cavolo marino, diventerebbero amari. Le fragole invasate in estate si possono trasferire in serra nel mese di gennaio per ottenere una produzione anticipata, e un trattamento analogo si può applicare agli arbusti da fiore allevati in vaso. I bulbi da fiore verranno lasciati circa otto settimane in ambiente fresco per favorire l'emissione delle radici. Saranno poi trasferiti in serra per anticiparne la fioritura. La maggior parte delle piante dovrebbe essere scartata dopo una forzatura,in quanto la forzatura è una pratica stressante per la pianta.

Diradamento
Si diradano i frutti di piante, come la vite e il pesco, che ne producono in grande quantità. Una parte dei frutti viene eliminata mentre sono ancora piccoli per permettere agli altri di raggiungere il pieno sviluppo. Questo intervento fa anche risparmiare energia alle piante e aumenta le probabilità di una buona produzione l'anno successivo. L'uva spina si può diradare dalla fine di maggio in poi, quando i frutti sono abbastanza grossi per consumarli cotti. Togliere un frutto sì e uno no, e lasciare che gli altri si sviluppino fino ad assumere le dimensioni di frutta da tavola. L'uva coltivata in serra va diradata in giugno. L'operazione va compiuta nell'arco di 10-15 giorni, eliminando dapprima gli acini interni, poi i più piccoli, lasciando tra gli altri lo spessore di una matita perché possano svilupparsi bene. Diradare i fiori e i frutti ancora piccoli dei meloni, lasciandone, nelle piante coltivate in serra, uno solo per getto.
Nei meli e nei peri è opportuno lasciare solo uno o due frutti per ogni corimbo, e questi alla distanza di cm 15 l'uno dall'altro.
Diradare verso la metà di giugno e ripetere l'operazione dopo un mese.
Con i susini procedere nello stesso modo, lasciando però intervalli di circa 5-8 cm.
È indispensabile diradare le pesche se si vogliono frutti di grosse dimensioni. Eseguire l'operazione per gradi; i frutti alla fine dovrebbero essere alla distanza di cm 15.

Cimatura
Molte piante sono cespugliose per natura e sviluppano un'impalcatura ben equilibrata di rami e di germogli. Il fusto di altre possiede invece quella che è nota come dominanza apicale: il germoglio all'apice del fusto principale cresce vigoroso mentre viene ostacolato lo sviluppo di tutti gì i altri .Alcune piante con questa caratteristica tendono a diventare alte, esili e brutte se non vengono sollecitate a emettere rami laterali. Molte piante ornamentali traggono vantaggio dalla cimatura e assumono un elegante portamento cespuglioso. La dominanza apicale si riduce eliminando il germoglio terminale. In tal modo si potranno sviluppare altri germogli e la pianta assumerà una forma più armoniosa. In certi casi è opportuno praticare, in un secondo tempo, anche la cimatura di questi germogli per mantenere alla pianta il portamento cespuglioso. I crisantemi vengono cimati per avere fiori grandi.

Sbottonatura
In piante come le rose, i crisantemi, le dalie e i garofani,è possibile decidere se preferire avere numerosi fiori piccoli o un solo fiore grande.

Impollinazione
Il trasferimento del polline dallo stame allo stimma, dall'organo maschile all'organo femminile del fiore, è il primo stadio della produzione del seme ed è chiamato impollinazione. Per la maggior parte delle piante da frutta l'impollinazione è essenziale e nella serra è necessario intervenire in quanto gli impollinatori naturali come le api possono non essere presenti al momento della fioritura.
Sui fiori del pesco e della vite nebulizzare dell'acqua o sfiorarli con un pennello morbido per trasferire da una parte all'altra i granelli di polline. In alcuni casi è sufficiente scuotere i fiori. Per le piante come i meloni, che producono fiori maschili e femminili separati, staccare i fiori maschili e passarli su quelli femminili.

Nutrizione
Per ottenere uno sviluppo sano e vigoroso è indispensabile somministrare alle piante, sia coltivate in contenitori sia in piena terra, le sostanze nutritive necessarie. All'aperto i prodotti nutritivi presenti nel terreno vengono dilavati dalla pioggia, mentre quelli della composta usata per i contenitori vengono ben presto consumati dalla pianta. Da marzo a settembre tutte le piante in fase di intenso sviluppo coltivate in vaso trarranno beneficio da somministrazioni di fertilizzante liquido, diluito in acqua alle dosi indicate, a intervalli di due settimane. Eseguire l'operazione solo quando il terreno intorno alle radici è già umido per facilitare alla pianta l'assorbimento delle sostanze nutritive. Esistono in commercio molti fertilizzanti liquidi specifici, ma è anche possibile usare per la concimazione liquida alcuni fertilizzanti semplici diluiti in acqua. Le piante coltivate per i frutti, come i pomodori, trarranno vantaggio dalla somministrazione di fertilizzanti ad alto tenore di potassio durante i primi stadi della fruttificazione. Le esigenze nutrizionali variano col variare delle colture.
Certe sostanze nutritive possono essere somministrate alle foglie delle piante che le assorbiranno prontamente convogliandole nella linfa. La nutrizione fogliare è utile per dare un rapido incremento alla crescita, ma la si deve usare con cautela nelle piante con foglie pelose.

Pacciamatura
Uno strato di materiale organico alto cm 5-8 distribuito intorno alle piante coltivate in aiuola o nel bordo e serve a parecchi scopi. Si decomporrà lentamente contribuendo ad arricchire il terreno; impedirà la crescita delle intestanti e conserverà l'umidità del suolo.
Il periodo migliore per eseguire questa operazione è la primavera.
Il materiale residuo verrà interrato in autunno col forcone. Il terreno rimarrà poi esposto all'azione degli elementi ed assorbirà le piogge invernali. È importante che il suolo sia umido quando sì applica la pacciamatura. Se è asciutto, la pacciamatura rallenterà il passaggio dell'acqua piovana. Per le fragole e le patate si possono usare fogli di politene di colore nero. Stendere sul terreno già lavorato delle strisce di politene larghe cm 80-100, fissandone i lati in solchi poco profondi, e praticare con un coltello o con un pianta-bulbi dei tagli sulla copertura. Le fragole vanno piantate dopo che il politene è stato steso sul terreno. Le patate coltivate con questa tecnica non hanno bisogno di rincalzatura poiché, pur sviluppandosi in superficie, sono protette dalli luce dalla plastica. Benché questo tipo di pacciamatura non arricchisca il suolo, elìmina tutttavia le erbe infestanti e conserva l'umidità, particolarmente utile quando il materiale organico è scarso.

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